2° Settimana di Quaresima

La somiglianza è la misura dell’amore

Secondo passo: Ecco l’uomo!

“Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa.” (Gv 19, 1-6).

L’ultima nostra vigliaccheria consiste nel non avere il coraggio di guardare il nostro volto deturpato dal male, nel non voler ammettere che siamo schiavi del peccato. Nell’antica Grecia lo schiavo era chiamato anche “aprosopon”, cioè: il “senza volto”. La mancanza di libertà toglieva allo schiavo dignità e identità: lo rendeva appunto un “senza volto”.

Può accadere anche a noi di essere dei “senza volto”: o perché naufragati in un accidioso anonimato; o perché camuffati sotto maschere imposte dalla tirannia della moda e del pensiero dominante; o perché infedeli alla grazia dell’Incontro con Cristo che ci ha fatti rinascere.

“Credetemi e non ridete: io sono uno che non sa chi è!” (B. Brecht). Un “senza volto”, dimentico della mia identità e ignaro della mia dignità!

Disse Pilato, presentando Gesù alla folla: “Ecco l’uomo”.

Oggi noi vogliamo guardare quest’uomo, vogliamo fissare in faccia Gesù, esaminare con affetto il suo volto devastato, sfigurato dagli sputi, dagli schiaffi, dalla corona di spine.

“Ecco l’uomo”, ecco la sorpresa di poter contemplare nel volto di Gesù, un volto sofferente così simile al nostro, e, insieme, così mirabilmente diverso.

Il volto di Gesù, infatti, è il testimone oggettivo di tutte le profanazioni, di tutte le dimenticanze e di tutti tradimenti dell’uomo; ma, allo stesso tempo, è un volto amante e amico, aperto all’Origine, interamente obbediente al Padre: è un volto di Figlio.

È la possibilità inaudita che ci viene donata: di avere di nuovo un volto: il volto nuovo che Gesù ci ha meritato.

 

SENZA DI ME

Senza di me non potete far nulla,
voi siete i tralci io sono la vite. (bis)

1. Come le braccia tese di una madre,
come lo sguardo attento di uno sposo,
così è tenera l’immagine che amo
quando contemplo il Dio della mia storia.

2. Lui m’ha condotto a sé con ali d’aquila,
verso la terra della sua promessa;
lui m’ha difeso nel deserto amaro
verso una patria libera dal male.

Senza di me non potete far nulla,
voi siete i tralci io sono la vite. (bis)

3. Ora incontriamo sulle nostre strade
un Figlio d’Uomo, in mezzo a noi fratelli,
siamo in cammino verso la sua morte,
per noi la Croce è segno di speranza.

4. Questo è il ricordo che mi tengo in cuore,
come preghiera splendida e tenace;
questo è l’annuncio per gridare al mondo
che non c’è vita senza la sua vita.

Senza di me non potete far nulla,
voi siete i tralci io sono la vite. (bis)

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